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“Senza tempo” è il secondo cd di questa band italiana, che ripete, con successo, la formula già adottata nell’esordio “Nostos” di qualche anno fa. Anche in questo album, infatti, troviamo un progressive che vede le sue fondamenta nella scena italiana dei seventies e in artisti del calibro di Balletto di Bronzo, Metamorfosi e Biglietto dell’Inferno. Gli Ubi Maior partono da queste basi per elaborare poi un sound sufficientemente aggressivo e comunque dai timbri moderni; poco è lasciato alla “nostalgia” e non si ravvisano tentativi di imitazioni banali e pedisseque.

In questa occasione, inoltre, c’è anche un’interessante idea di base, che può stuzzicare la curiosità degli appassionati di fumetti: le tematiche di “Senza tempo” traggono spunto dall’opera più celebre di Neil Gaiman, “Sandman” ed ogni composizione proposta è dedicata ad uno dei protagonisti noti come “Eterni”. “Morte”, “Sogno”, “Desiderio”, “Distruzione”, “Disperazione”, “Delirio” e “Destino”. Questi i nomi degli Eterni e dei brani. Come conseguenza, anche l’aspetto testuale è stato ben curato e, parallelamente alla musica, è venato di malinconia e di tinte dark. “Morte” è suddivisa in quattro tracce; le altre composizioni sono sufficientemente articolate, con parti cantate enfatiche e sufficientemente irruenti (in qualche occasione forse vanno un po’ per le lunghe) e momenti strumentali di ampio respiro in cui l’infuocata chitarra elettrica si dà il cambio alla guida con tastiere pompose al punto giusto.

Tanto “hard-prog-sinfonico” (se proprio vogliamo trovare un’etichetta) in questo disco e solo pochi i momenti (soprattutto nelle varie parti di “Morte”) in cui si tira leggermente il fiato. Piacevole anche l’artwork, con confezione digipack e doppio libretto con i testi sia in italiano che in inglese. Come dicevo all’inizio, “Senza tempo” segue abbastanza fedelmente il suo predecessore ed anche in questo caso, se devo trovare un difetto, lo devo trovare in quella ricerca della perfezione che, di tanto in tanto può far sembrare un po’ freddino qualche frangente. In ogni caso, è stato un piacere ritrovare gli Ubi Maior in piena forma alla loro seconda prova discografica.”

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Senza Tempo” è l'album della maturità degli Ubi Maior, sia dal punto di vista musicale che da quello del tema concettuale lirico-testuale.

Trame sonore solide, coese, con una direzione ben precisa, ovvero un perfetto songwriting costruito su un robusto progressive-rock che fa proprie le lezioni ormai ben metabolizzate del Biglietto per L'Inferno e del Balletto di Bronzo, e le unisce alle altre lezioni, quelle impartite dai maestri inglesi del romanticismo come Genesis e dei viaggi mentali come i Pink Floyd.

Il magma progressivo che producono gli Ubi Maior è sostenuto da un concept basato sulle figure degli Endless, sette semidei immortali creati dalla fervida mente visionaria del grandissimo scrittore inglese Neil Gaiman (American Gods, Anansi Boys, Neverwhere e Coraline tra i suoi capolavori). Quelli degli Endless sono archi narrativi che si possono annoverare come alcuni dei punti creativi più alti del fumetto americano, e chi non conosce il mito di Sandman corra ai ripari al più presto! Il nuovo lavoro degli Ubi Maior non vede cali, è da “consumare” tutto d'un fiato.

I sette fratelli e sorelle degli Endless si dividono i brani dell'album, un lungo affresco ombreggiato da chiaro-scuri di forte rock progressivo italiano a tinte ballettiane e bigliettiane, dai riff duri e graffianti e dalle tastiere analogiche in primo piano. Apre la suite dedicata a Death, “Morte (Senza Tempo)”, divisa in quattro capitoli non consecutivi sparsi tra i vari brani, sinfonica ed epica, con aperture ariose. Morte è la più importante degli Endless, rappresentata da Gaiman come una giovane e bella ragazzina abbigliata in stile dark-wave, dalle pelle bianchissima e un ankh pendente dal collo sottile. E' invece la più anziana e sottile degli immortali dei della vita. Spiccano le altre due mini-suite, “Sogno (Il Segreto per Volare)”, dedicata appunto a Sandman, il personaggio più famoso di Gaiman in assoluto, e “Destino (Il Labirinto)”, l'incappucciato dal lungo saio e perennemente con il grosso libro del destino tra le braccia. Mancarella e Manzini, e il superbo Moi spadroneggiano in intrecci elaborati e testi poetici cantati egregiamente. “Desiderio (Per Cosa si Uccide)” prosegue il discorso miscelando forma-canzone tipicamente mediterranea e spigoloso hard-rock costruito sulla chitarra di Mancarella. “Distruzione (Il Mercenario”) e “Disperazione (Niente Più”), insieme a “Delirio (La Realtà)” chiudono il quadro pittoresco, fantasioso e cupo descritto perfettamente dagli Ubi Maior. I milanesi rasentano la perfezione con questo disco dalle profonde radici Settantiane ma con una produzione sonora moderna, fresca e pregna di verve. Questa si rivela essere una delle migliori uscite del 2009. ”

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“Dopo l'ottimo debutto di “Nostos” del 2005 gli Ubi Maior pubblicano la loro seconda attesa opera intitolata "Senza Tempo".

Non è proprio un concept album ma la sua maggiore influenza (anche se non l'unica) risiede sulla splendida graphic-novel Sandman di Neil Gaiman e sui sette Eterni: Destino, Morte, Sogno, Desiderio, Disperazione, Distruzione e Delirio. Questi sette concetti sono il punto di partenza per i 10 brani (uno è diviso in quattro parti) inclusi nell'album. La tematica misteriosa dei testi, cantati in italiano, conferiscono alla musica una prospettiva soprannaturale. I giganti degli anni settanta non sono più l'unico riferimento per la musica degli Ubi Maior: nei brani è ancora possibile sentire echi de Il Balletto di Bronzo e della PFM ma con anche riferimenti al progressive rock dei King Crimson e dei Pink Floyd. Il sound degli Ubi Maior rimane potente, scuro, forte e con sinfoniche atmosfere vintage. L'Hammond, il mellotron e il pianoforte si fondono in modo perfettamente con riff di chitarra molto duri e taglienti. . ”

www.babyblaue-seiten.de

“Vier Jahre nach dem Debüt "Nostos" – welches ich nicht kenne – legen Ubi Maior mit "Senza Tempo" nach. Dabei ist klar, wohin die Reise geht: Ubi Maior machen Retroprog in der Nachfolge der großen 70er-Jahre-Italo-Prog-Bands. Sinfonische Rockmusik voller Gefühl und Theatralik. Wirbelnde Tastenklänge duellieren sich mit epischen Gitarrenläufen auf einem soliden bis jazzrockigem Rhythmusteppich.

Und dazu singt ein Heldentenor mit klarer, etwas rauchiger Stimme voller Inbrunst. So bieten Ubi Maior also nichts neues, aber sie spielen ihren Italo-Retroprog geschmackvoll, abwechslungsreich und farbig arrangiert. Mal laut, hymnisch und druckvoll, dann wieder lyrisch-folkig-verspielt mit verträumten Passagen. Sozusagen so authentisch, wie das unter den Umständen des Epigonentums eben möglich ist. Keyboarder Manzini greift überwiegend auf klassische analoge Sounds zurück – auch wenn das berühmte Mellotron fehlt – und leistet sich ganz selten mal ein paar quietschige Attacken. Stefano Mancarella spielt eine elegante Gitarre, die aber auch richtig zupacken kann. Wie überhaupt Ubi Maior oftmals eher die hardproggige Schiene bedienen. Ab und zu – leider viel, viel zu selten – greift Sänger Mario Moi auch zur elektrischen Violine und beschert noch ein paar Gänsehautmomente. Insgesamt liefern Ubi Maior mit "Senza Tempo" ein Album zwar ohne große Überraschungen, aber mit sehr schöner, melodiöser Musik ab, welches jeden Genrefan begeistern sollte. ”

altremuse.xoom.it

“Sono trascorsi quattro anni dal disco d'esordio degli Ubi Maior: "Nostos", pubblicato appunto nel 2005, rivelava una band molto interessante, alle prese con un rock progressivo che s'innestava abilmente, con piglio decisamente dark, sul ceppo della migliore tradizione italiana dei Settanta.

Il risultato era notevole, ma disuguale, con qualche episodio slegato dal resto. Il gruppo milanese che si ripresenta ora con "Senza Tempo" sembra aver eliminato certe sbavature, e il disco suona indubbiamente molto compatto dall'inizio alla fine. Probabilmente gli giova anche l'ispirazione unitaria delle liriche, basate s'una "graphic novel" di culto come Sandman, di Neil Gaiman, che aiuta i cinque musicisti a incanalare la propria creatività in una precisa direzione lirico-stilistica. L'album si compone dunque di dieci segmenti organicamente collegati, con un affinamento di quelle qualità espressive già emerse nella prova precedente: un gioco aggressivo e ben organizzato delle chitarre e delle tastiere intorno all'ottima voce solista di Mario Moi, che ha il ruolo più delicato come interprete della gamma emotiva, ampia e frastagliata, che colora peculiarmente i singoli passi del racconto.

Il suono dei nuovi Ubi Maior, peraltro in formazione immutata rispetto al debutto, risulta insomma più fluido, e articolato con bella duttilità intorno ai suoi elementi portanti. Soprattutto la componente drammatica e visionaria, che sembra il tratto veramente distintivo del gruppo, viene esaltata compiutamente nel nuovo progetto, senza certe discrepanze che emergevano in passato. "Senza Tempo", per tirare le somme, è un gran bel disco. Suonato con grinta e intensità da cima a fondo, senza veri punti deboli, è un manifesto di musica rock progressiva ormai matura, dove gli Ubi Maior sanno far convivere le formule del passato e le sonorità del presente con una facilità solo apparente: in realtà bisogna davvero sottolineare l'ammirevole sforzo della band, intelligente quanto basta per lavorare con umiltà sui propri limiti e superarli in questa convincente seconda prova. Un esempio da seguire, e un disco da non lasciarsi sfuggire."

www.backgroundmagazine.nl

“In 2005, the new Italian formation Ubi Maior pleasantly surprised many prog heads with their debut album Nostos. Their music is firmly rooted in the classic prog tradition including the use of vintage keyboards. Especially the mellotron sound is awesome. At that time, Ubi Maior also performed on a Biglietto Per L’Inferno tribute concert together with legendary Italian bands like Le Orme, Banco and Area. To me this new Italian five-piece was as one of the most convincing acts! Now, four years later, Ubi Maior released their long awaited successor Senza Tempo (timeless). Was it worth waiting that long? Yes, it was! Listening to Senza Tempo I noticed that the band matured during the years between the two albums. The ten compositions on Senza Tempo sound more balanced and structured than on Nostos. The contribution of singer and electric violinist Mario Moi is important. He has a somewhat raw and passionate voice in Disperazione, Delirio and Destino. He colours the music in a special way with strong theatrical undertones, a perfect match with Ubi Maior’s often dark, expressive and heavy bombastic prog rock. At other times, he sounds warm, almost tender like in the mellow mid-section of Sogno combined with beautiful mellotron-violin sounds. That also counts for the intro of Desiderio, a wonderful duet with sparkling grand piano and, especially in the first part of Distruzione, a subtle blend of warm vocals, Fender Rhodes-like piano and floating keyboards. What impressed me most, however, is the way Ubi Maior succeeds in building up tension in many songs. The long composition Delirio delivers moving guitar pieces and swirling Hammond organ. The exciting and varied Destino has a fantastic grand finale with a strong reference to Pallas due to the melllotron-choir sounds and the fiery guitar runs. Another strong example is Sogno: heavy with a dark atmosphere in the vein of Il Balletto Di Bronzo, sultry with floating mellotron choirs, slow rhythms with howling guitars and inspired vocals, bombastic fragments with protrusive guitar riffs and mellotron-violin waves. In Desiderio, you can enjoy a beautiful grand piano intro with warm vocals, bombastic eruptions with intense guitar and majestic mellotron choirs. In the sultry Distruzione you hear dreamy hypnotizing Fender piano, romantic vocals and melancholic electric violin. The short track Morte sounds as a PFM-inspired ‘classic meets rock’ song with lots of Moog and Hammond along folky acoustic rhythm guitar. After the long and alternating composition Destino, the band ends with the dreamy Morte Part IV featuring warm acoustic guitar, electric violin and pleasant vocals. This final track is a good example of how Ubi Maior maintains the balance on Senza Tempo. We had to wait four years, but finally we can listen to the second and highly recommended Ubi Maior CD. ”

www.progarchives.com

“UBI MAIOR's Senza Tempo is their second album. I got this CD after I hear first one Nostos many times. This second album is more fresh than first one I think. And while hearing the album, I was quite a good feeling of this CD, and it has a very good moments! I would like to give 4 stars on this second album that first album Nostos of course is same rating I would like to give. If you have generous mind of Italian Prog , this album is quite good . Just get it and listen, you like it and notice a different feeling than Nostos. thank you. ” “Very good an album. Old Italian progressive style with strong hammond, piano and guitar oriented tracks. Good vocals. With Italian singing, Nostos brings back the memory to the old Italian school but it also bring some news… One of the best Italian prog albums of the last year.”

progressivedelnuovomillennio.blogspot.it

“Gli Ubi Maior, lombardi, si sono formati nel 1999 e dopo una attività concertistica che li ha visti esibirsi soprattutto come cover band di gruppi progressive anni 70 in primis Il biglietto per l'Inferno, hanno esordito discograficamente nel 2005 con Nostos, album con sonorità prog sinfoniche molto vintage e il canto molto efficace di Mario Moi. Il secondo e ultimo album di questo ensamble è Senza tempo del 2009 che ha confermato le ottime premesse dell'esordio e ben si sa: ripetersi, in questo caso anche migliorandosi, non è mai facile. ”